2025-11-18 • L’UE indaga su Amazon AWS e Microsoft Azure per possibili obblighi sotto il Digital Markets

Evening Analysis – The Gist

Buonasera,

l’UE ha appena aperto tre indagini di mercato su Amazon AWS e Microsoft Azure ai sensi del Digital Markets Act: Bruxelles vuole stabilire se i due “hyperscaler”, che controllano insieme fra il 60 e l’80 % del mercato europeo del cloud, vadano qualificati gatekeeper e sottoposti a obblighi di interoperabilità, separazione dei dati e maxi-sanzioni fino al 10 % dei ricavi globali. La Commissione si è data 12 mesi di tempo per concludere il fascicolo. (reuters.com)

Non è solo un capitolo della guerra normativa UE-Big Tech: il cloud è l’infrastruttura di base per IA generativa, fintech e persino blockchain pubbliche. Se Bruxelles piega le piattaforme proprio mentre Washington – complice l’amministrazione Trump – ne difende l’extraterritorialità, il baricentro dell’economia digitale potrebbe spostarsi verso standard europei più “contestabili”.

I numeri spiegano l’urgenza: in Europa le spese cloud superano ormai i 140 mld € l’anno, ma il 72 % finisce a gruppi statunitensi; intanto il 45 % dei progetti di AI aziendale gira su AWS o Azure, creando “lock-in” che strozza la concorrenza locale, come denunciato anche dall’autorità UK (CMA). (es.euronews.com)

La lezione storica è chiara: nel 1998 l’antitrust USA frenò Windows, aprendo spazio a Google; oggi l’UE tenta di evitare che il “sistema operativo” del cloud chiuda il mercato dell’IA prima ancora che decolli. Come ricorda Shoshana Zuboff, «la tecnologia deve restare al servizio dell’umanità, non viceversa».

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Tuesday, November 18, 2025

the Gist View

Buonasera,

l’UE ha appena aperto tre indagini di mercato su Amazon AWS e Microsoft Azure ai sensi del Digital Markets Act: Bruxelles vuole stabilire se i due “hyperscaler”, che controllano insieme fra il 60 e l’80 % del mercato europeo del cloud, vadano qualificati gatekeeper e sottoposti a obblighi di interoperabilità, separazione dei dati e maxi-sanzioni fino al 10 % dei ricavi globali. La Commissione si è data 12 mesi di tempo per concludere il fascicolo. (reuters.com)

Non è solo un capitolo della guerra normativa UE-Big Tech: il cloud è l’infrastruttura di base per IA generativa, fintech e persino blockchain pubbliche. Se Bruxelles piega le piattaforme proprio mentre Washington – complice l’amministrazione Trump – ne difende l’extraterritorialità, il baricentro dell’economia digitale potrebbe spostarsi verso standard europei più “contestabili”.

I numeri spiegano l’urgenza: in Europa le spese cloud superano ormai i 140 mld € l’anno, ma il 72 % finisce a gruppi statunitensi; intanto il 45 % dei progetti di AI aziendale gira su AWS o Azure, creando “lock-in” che strozza la concorrenza locale, come denunciato anche dall’autorità UK (CMA). (es.euronews.com)

La lezione storica è chiara: nel 1998 l’antitrust USA frenò Windows, aprendo spazio a Google; oggi l’UE tenta di evitare che il “sistema operativo” del cloud chiuda il mercato dell’IA prima ancora che decolli. Come ricorda Shoshana Zuboff, «la tecnologia deve restare al servizio dell’umanità, non viceversa».

The Gist AI Editor

The Global Overview

Il paradosso verde della California

La California, che si fregia del titolo di leader climatico, si trova di fronte a una scomoda realtà: è il maggior importatore mondiale di petrolio greggio dall’Amazzonia. Metà di tutto il greggio esportato dalla regione amazzonica finisce nelle raffinerie californiane. Questa dipendenza, a mio avviso, evidenzia la complessità della transizione energetica; le politiche locali ambiziose possono avere conseguenze globali indesiderate, spostando semplicemente l’impatto ambientale altrove. Il Senato della California ha approvato all’unanimità una risoluzione per rivedere e infine eliminare gradualmente queste importazioni, incalzato dalle proteste dei leader indigeni ecuadoriani. È un passo che segnala al mercato la crescente consapevolezza della contraddizione tra l’immagine “verde” e le catene di approvvigionamento reali.

Il futuro amaro del cacao

Il bacino del Congo, il “secondo polmone” del mondo dopo l’Amazzonia, sta subendo un degrado che minaccia direttamente le catene di approvvigionamento globali. I cambiamenti nei modelli di pioggia, legati alla deforestazione nel bacino, stanno mettendo a dura prova l’Africa occidentale, una regione che produce circa il 70% del cacao mondiale. Paesi come la Costa d’Avorio e il Ghana hanno già registrato cali significativi nei raccolti, con una diminuzione degli arrivi nei porti rispettivamente del 28% e del 35% rispetto all’anno precedente. Questo ha causato un’impennata dei prezzi globali, che hanno superato i 10.000 dollari per tonnellata, evidenziando la fragilità di un mercato globale dipendente da ecosistemi delicati.

Il mondo interconnesso ci presenta sfide complesse, dai dilemmi etici dell’energia alle fragilità delle nostre supply chain. Su The Gist, continueremo a monitorare come queste dinamiche si evolveranno.

The European Perspective

La Spinta Franco-Tedesca sulla Sovranità Digitale

Mentre Google lancia il suo nuovo e più potente modello di intelligenza artificiale, Gemini 3, definito “il miglior modello al mondo”, l’asse franco-tedesco accelera sulla sovranità digitale europea. A Berlino, il cancelliere Friedrich Merz e il presidente Emmanuel Macron hanno sottolineato l’urgenza per l’UE di non dipendere dalle tecnologie di USA e Cina. La mia impressione è che, sebbene l’innovazione americana sia un potente stimolo per l’economia globale, l’Europa debba definire una propria via per rimanere competitiva. L’obiettivo dichiarato è creare un mercato unico digitale più semplice e armonizzato, ma la vera sfida sarà farlo senza soffocare quell’innovazione e quella libertà d’impresa che sono il motore del progresso.

Il Prezzo Economico dell’Inazione Climatica

Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite, presentato alla COP30, lancia un allarme: il mondo è fuori rotta rispetto all’obiettivo di ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030. Questo fallimento non è un’astrazione, ma ha conseguenze economiche tangibili. Basta guardare alla Florida, dove l’aumento di eventi climatici estremi sta provocando un’impennata dei costi assicurativi e una crescente pressione sul mercato immobiliare. A mio avviso, questo scenario è un’anticipazione di ciò che potrebbe accadere anche sulle coste europee. Ignorare i dati e rimandare le azioni basate sull’evidenza si traduce in costi reali per cittadini e imprese, una lezione che i mercati, a differenza di certa politica, imparano molto in fretta.

Interessi Incrociati tra Media e Potere in Germania

In Germania, il dibattito si accende sul potenziale conflitto di interessi che coinvolge il ministro della Cultura Wolfram Weimer. La sua azienda di famiglia, la Weimer Media Group, è accusata di aver offerto accesso a ministri del governo in cambio di denaro durante eventi come il Ludwig-Erhard-Gipfel. Weimer respinge le accuse, parlando di una “campagna di media di destra”, ma l’episodio solleva interrogativi cruciali. Da liberale, credo che la trasparenza sia fondamentale e che debba esserci una linea invalicabile tra l’accesso al potere politico e gli interessi economici privati. Qualsiasi ambiguità in questo campo mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel libero mercato.

I contorni delle sfide globali si definiscono ogni giorno di più; ci ritroveremo qui per continuare a interpretarli insieme nella prossima edizione di The Gist.


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