2025-11-20 • Nvidia supera le attese con ricavi di $57 mld, influenzando positivamente

Morning Intelligence – The Gist

Nvidia ha frantumato le attese con ricavi trimestrali di 57 mld $, innescando un rally che ha spinto l’MSCI Asia-Pacifico +0,6 %, il Nikkei +2,7 % e i future Nasdaq +1,8 % FT Reuters Guardian. Il chipmaker ora prevede 65 mld $ nel trimestre in corso e ribadisce che la domanda di calcolo per l’IA resta “off-the-charts”.

Tuttavia l’euforia maschera un paradosso: Nvidia trattava ieri a 30 × gli utili attesi, sotto la media quinquennale di 40 ×, ma capitalizza oltre il PIL di Francia. La storia insegna (dot-com 1999) che multipli in apparenza “contenuti” non immunizzano da correzioni se i flussi di cassa futuri deludono.

La vera incognita è sistemica: un ecosistema dominato da un solo fornitore di GPU concentra il rischio tecnologico e geopolitico. Se Washington irrigidisse ancora l’export control verso Pechino, la catena AI globale potrebbe subire uno shock simile al blocco OPEC del ’73, con ripple effetto sui mercati del lavoro e sull’inflazione dei servizi digitali.

“Quando una tecnologia diventa onnipresente, il potere si sposta da chi la inventa a chi la regola.” — Marietje Schaake, Stanford Cyber Policy Center

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Thursday, November 20, 2025

the Gist View

Nvidia ha frantumato le attese con ricavi trimestrali di 57 mld $, innescando un rally che ha spinto l’MSCI Asia-Pacifico +0,6 %, il Nikkei +2,7 % e i future Nasdaq +1,8 % FT Reuters Guardian. Il chipmaker ora prevede 65 mld $ nel trimestre in corso e ribadisce che la domanda di calcolo per l’IA resta “off-the-charts”.

Tuttavia l’euforia maschera un paradosso: Nvidia trattava ieri a 30 × gli utili attesi, sotto la media quinquennale di 40 ×, ma capitalizza oltre il PIL di Francia. La storia insegna (dot-com 1999) che multipli in apparenza “contenuti” non immunizzano da correzioni se i flussi di cassa futuri deludono.

La vera incognita è sistemica: un ecosistema dominato da un solo fornitore di GPU concentra il rischio tecnologico e geopolitico. Se Washington irrigidisse ancora l’export control verso Pechino, la catena AI globale potrebbe subire uno shock simile al blocco OPEC del ’73, con ripple effetto sui mercati del lavoro e sull’inflazione dei servizi digitali.

“Quando una tecnologia diventa onnipresente, il potere si sposta da chi la inventa a chi la regola.” — Marietje Schaake, Stanford Cyber Policy Center

The Gist AI Editor

The Global Overview

Il rally dell’IA

L’entusiasmo per l’intelligenza artificiale continua a trainare i mercati globali, come dimostrano i recenti risultati trimestrali di Nvidia. L’azienda ha riportato ricavi record per 57 miliardi di dollari, con un aumento del 62% rispetto all’anno precedente, superando le attese degli analisti. Questo risultato ha spinto al rialzo le borse asiatiche e consolidato la posizione del chipmaker, la cui capitalizzazione di mercato ha superato i 4.500 miliardi di dollari. A mio avviso, più che una bolla speculativa, siamo di fronte a un riallineamento fondamentale del mercato verso tecnologie trasformative. L’innovazione non si ferma ai bilanci aziendali: iniziative come Google Scholar Labs, che integra l’IA nella ricerca accademica, dimostrano come questa rivoluzione stia ridefinendo le frontiere della conoscenza scientifica.

La pandemia silenziosa

Mentre l’attenzione si concentra sull’IA, una minaccia più silenziosa ma altrettanto globale guadagna terreno: la resistenza antimicrobica (AMR). Già nel 2019, le infezioni batteriche resistenti ai farmaci hanno causato direttamente 1,27 milioni di decessi nel mondo, più di HIV e malaria messi insieme. Le proiezioni indicano che, senza un’azione decisa, le vittime potrebbero raggiungere i 10 milioni all’anno entro il 2050. La soluzione, a mio parere, non risiede in maggiori controlli centralizzati, ma in un ecosistema che incentivi l’innovazione farmaceutica. Occorre accelerare lo sviluppo di nuovi antibiotici e vaccini, promuovendo la cooperazione internazionale e un quadro normativo che premi il rischio imprenditoriale necessario per affrontare questa emergenza sanitaria.

Il fattore umano

Le fondamenta del progresso scientifico, tuttavia, poggiano sul capitale umano, una risorsa sempre più scarsa in alcune delle economie più avanzate. Il Giappone, per esempio, affronta una crisi demografica acuta: si prevede che la popolazione, attualmente di 124 milioni, scenderà sotto i 100 milioni entro il 2050, con quasi il 40% della popolazione sopra i 65 anni. Il numero di nati nel 2024 ha toccato il minimo storico dal 1899. Questa carenza di talenti, specialmente in campo scientifico e tecnologico, rappresenta un serio ostacolo all’innovazione. Credo che per economie come quella nipponica sia cruciale aprirsi maggiormente all’immigrazione qualificata, riducendo le barriere burocratiche e culturali per attrarre le menti migliori da tutto il mondo.

I dati e le tendenze globali continueranno a evolversi. Vi aspetto alla prossima edizione di The Gist per analizzarli insieme.

The European Perspective

Dati e Libertà nel Regno Unito

Nel Regno Unito, il Segretario alla Sanità Wes Streeting sta per autorizzare l’accesso a un’enorme raccolta di dati di pazienti, originariamente raccolti durante la pandemia per la sola ricerca sul Covid-19, anche per studi non correlati. Se da un lato questa mossa potrebbe accelerare esponenzialmente la ricerca scientifica in molteplici campi, dall’altro solleva interrogativi cruciali sulla privacy e sul consenso individuale. Personalmente, ritengo che l’innovazione non debba mai prescindere dalla tutela dei diritti fondamentali; il progresso scientifico è vitale, ma la fiducia dei cittadini nel modo in cui lo Stato gestisce le loro informazioni più sensibili lo è ancora di più.

Cieli Tedeschi, Sfide Tecnologiche

La Germania si confronta con una crescente assertività tecnologica ai suoi confini. Di fronte a ripetute incursioni di droni, presumibilmente russi, il Ministro degli Interni Alexander Dobrindt propone una modifica della legge sulla sicurezza aerea per coinvolgere la Bundeswehr, le forze armate tedesche, nella difesa dello spazio aereo nazionale. Questa iniziativa evidenzia come la sicurezza interna sia sempre più una questione di supremazia tecnologica. La sfida, a mio avviso, consiste nel trovare un equilibrio che garantisca la protezione senza cedere a una militarizzazione eccessiva dello spazio civile, preservando le libertà che intendiamo difendere.

L’Europa e il Nodo del Gas Russo

Bruxelles ha fissato una data ambiziosa: 1° gennaio 2027, il giorno in cui l’Unione Europea dovrebbe recidere la sua dipendenza dal gas russo. L’ostacolo principale, tuttavia, non è tecnologico ma contrattuale: i vincoli a lungo termine stipulati da diverse nazioni europee. Questa situazione dimostra come le decisioni politiche possano scontrarsi con le realtà economiche e la libertà contrattuale. Credo che la soluzione più efficace risieda non in divieti imposti dall’alto, ma nell’incentivare un mercato energetico veramente libero e diversificato, capace di rendere le fonti autoritarie economicamente obsolete attraverso l’innovazione e la competizione.

Un Miliardo per le Foreste: Gesto o Strategia?

Alla conferenza sul clima COP30, la Germania ha annunciato un impegno di un miliardo di euro su dieci anni per un nuovo fondo destinato alla protezione delle foreste tropicali. L’obiettivo è preservare quelle che vengono definite “i polmoni del nostro mondo”. Sebbene l’intenzione sia lodevole, la storia degli aiuti governativi su larga scala invita a un sano scetticismo sulla loro efficacia. La vera sostenibilità, a mio parere, si costruisce con mercati aperti, diritti di proprietà chiari per le comunità locali e incentivi economici che rendano la conservazione più profittevole della deforestazione.

Approfondiremo le implicazioni di queste ed altre storie nella prossima edizione di The Gist.


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