2025-11-21 • Lagarde avverte: l’UE si “auto-zavorra” con barriere interne,

Evening Analysis – The Gist

La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha lanciato oggi dall’Euro Finance Week di Francoforte un avvertimento duro: l’Unione si sta «auto-zavorrando» con barriere interne che costano l’equivalente di dazi dell’8-9 % su beni e servizi, sufficienti – se abbattuti – a neutralizzare gli ultimi super-dazi statunitensi (reuters.com).

Dietro la retorica c’è un dato crudo: la manifattura tedesca è tornata ai livelli del 2005 e la produzione industriale europea ristagna da cinque trimestri, mentre il PIL dell’eurozona fatica oltre lo 0,9 % annuo (ft.com). La narrativa ufficiale che attribuisce la debolezza soltanto agli shock esterni ignora vent’anni di rinvii su un vero mercato unico dei capitali e dei servizi.

Paradossalmente l’Europa, campione storico del libero scambio, soffre oggi più di altri la fine della globalizzazione perché non ha finito il proprio cantiere interno. Lagarde scoperchia l’incongruenza: un blocco che predica integrazione ma mantiene 27 regimi fiscali e logistici spesso incompatibili (theguardian.com).

La lezione sistemica è chiara: senza riforme che convertano i 6,5 mila miliardi di risparmi europei in investimenti domestici, l’Europa resterà un gigante patrimoniale ma un nano in crescita. «Non è il nemico esterno che ci frena, ma il muro che abbiamo costruito dentro casa», per citare l’economista Branko Milanović.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Friday, November 21, 2025

the Gist View

La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha lanciato oggi dall’Euro Finance Week di Francoforte un avvertimento duro: l’Unione si sta «auto-zavorrando» con barriere interne che costano l’equivalente di dazi dell’8-9 % su beni e servizi, sufficienti – se abbattuti – a neutralizzare gli ultimi super-dazi statunitensi (reuters.com).

Dietro la retorica c’è un dato crudo: la manifattura tedesca è tornata ai livelli del 2005 e la produzione industriale europea ristagna da cinque trimestri, mentre il PIL dell’eurozona fatica oltre lo 0,9 % annuo (ft.com). La narrativa ufficiale che attribuisce la debolezza soltanto agli shock esterni ignora vent’anni di rinvii su un vero mercato unico dei capitali e dei servizi.

Paradossalmente l’Europa, campione storico del libero scambio, soffre oggi più di altri la fine della globalizzazione perché non ha finito il proprio cantiere interno. Lagarde scoperchia l’incongruenza: un blocco che predica integrazione ma mantiene 27 regimi fiscali e logistici spesso incompatibili (theguardian.com).

La lezione sistemica è chiara: senza riforme che convertano i 6,5 mila miliardi di risparmi europei in investimenti domestici, l’Europa resterà un gigante patrimoniale ma un nano in crescita. «Non è il nemico esterno che ci frena, ma il muro che abbiamo costruito dentro casa», per citare l’economista Branko Milanović.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Realpolitik in Ucraina

L’amministrazione del Presidente Donald Trump ha diffuso un piano di pace in 28 punti per l’Ucraina, che include la richiesta di “dolorose concessioni” territoriali da parte di Kyiv. Dal mio punto di vista, si tratta di un’audace mossa di realpolitik che mira a interrompere il costoso stallo militare, con implicazioni dirette per i mercati globali della difesa e dell’energia.

Il Sogno Infranto della Proprietà

Negli USA, la crisi dell’accessibilità agli alloggi sta ridisegnando il futuro economico di Millennial e Gen Z, costringendoli a rinunciare alla casa di proprietà. A mio avviso, il problema non è il mercato, ma le distorsioni create da decenni di politiche monetarie espansive e regolamentazioni edilizie che soffocano l’offerta, impedendo l’accumulo di ricchezza individuale.

Svolta Pragmatica sull’Energia?

Dalla conferenza sul clima COP30, la Presidente della Commissione UE von der Leyen ha sorpreso affermando: “Non combattiamo i combustibili fossili, ma le emissioni”. Interpreto questa dichiarazione come un’apertura al pragmatismo tecnologico rispetto ai divieti. Un segnale che potrebbe favorire l’innovazione, come la cattura del carbonio, e riorientare gli investimenti nel settore energetico globale.

Scopri i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Mercati europei: chiusura contrastata in attesa di segnali

Bruxelles sfida il “Golden Power” italiano

La Commissione Europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia per la normativa sul “golden power”, che conferisce al governo poteri speciali di veto su operazioni societarie in settori strategici come quello bancario. Secondo Bruxelles, questi poteri discrezionali rischiano di violare i principi di libertà di stabilimento e di libera circolazione dei capitali, pilastri del mercato unico. A mio avviso, sebbene la protezione degli asset nazionali sia un’istanza comprensibile, è essenziale che tali strumenti non diventino un pretesto per interventi statali che potrebbero soffocare la concorrenza e la dinamicità del mercato, a danno dei consumatori e degli investitori. Il ministro Giorgetti si è detto pronto a superare le obiezioni.

L’intelligenza artificiale e i limiti dell’innovazione

Mentre l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale non accenna a diminuire, uno studio di ricercatori di Oxford e della Utah State University getta acqua sul fuoco. Si sostiene che i modelli linguistici di grandi dimensioni, per quanto sofisticati, non siano ancora in grado di creare nuova conoscenza scientifica, limitandosi a rielaborare informazioni esistenti. Questo pone una questione fondamentale per chi, come me, crede nel potere dell’innovazione come motore del progresso economico: la vera creatività e il pensiero critico, capaci di generare scoperte rivoluzionarie, restano per ora una prerogativa umana. L’AI è uno strumento potentissimo, ma non la panacea per ogni sfida.

Pressioni sull’Ucraina per un negoziato di pace

Dal fronte geopolitico, emergono segnali di una crescente pressione da parte degli Stati Uniti sull’Ucraina per negoziare una fine del conflitto. Secondo la corrispondente della ZDF, l’America “sembra perdere la pazienza e vuole vedere risultati”, spingendo per un piano di pace. Questo sviluppo, se confermato, avrebbe implicazioni significative per gli equilibri europei e per i mercati, in particolare nel settore della difesa, che infatti ha registrato un crollo dopo le dichiarazioni del presidente ucraino riguardo la sua disponibilità a lavorare su un piano statunitense per porre fine alla guerra. La stabilità continentale rimane un fattore cruciale per la fiducia degli investitori.

Le prossime settimane saranno decisive per comprendere le reali direzioni dei mercati e della geopolitica; continuate a seguirci per non perdere i futuri sviluppi.


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