2025-11-24 • COP30 a Belém chiude con un accordo debole: fondi di adattamento trip

Morning Intelligence – The Gist

La chiusura di COP30 a Belém, Brasile, ha partorito un accordo di compromesso: triplicare i fondi di adattamento a 120 mld $/anno ma solo dal 2035 e, soprattutto, nessuna roadmap vincolante per l’uscita dai combustibili fossili. Il vuoto lasciato dagli Stati Uniti — assenti dopo il licenziamento del team negoziale di Washington — ha consentito a petrostati guidati da Arabia Saudita e Russia di diluire il testo finale, riducendo l’ambizione a promesse volontarie. (reuters.com)

Questo esito non è soltanto un arretramento ecologico: è un segnale di rischio sistemico per i mercati che, secondo l’IEA, dovranno tagliare 7 Gt di CO₂ entro il 2030 per restare sotto 1,5 °C. Rinviare l’azione significa caricare sul futuro un costo stimato in 4,3 % del PIL mondiale annuo in danni climatici, mentre l’adattamento costa oggi un decimo di tale cifra.

Storicamente, le COP falliscono quando le potenze economiche si sottraggono; nel 2013 (Varsavia) la walk-out dei paesi in via di sviluppo rallentò di due anni la nascita del “Loss & Damage”. L’assenza USA di oggi apre spazio a Pechino, pronta a “monetizzare” l’inazione occidentale con linee di credito verdi condizionate alle sue supply-chain minerarie: un rischio di dipendenza che l’UE tenta di arginare con la nuova Critical Raw Materials Act.

“Il clima non negozia — siamo noi a dover cambiare i nostri parametri di razionalità”, ricorda l’economista Kate Raworth. Finché la governance globale resterà ostaggio di interessi fossili, la ciambella della Doughnut Economics resterà un miraggio.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Monday, November 24, 2025

the Gist View

La chiusura di COP30 a Belém, Brasile, ha partorito un accordo di compromesso: triplicare i fondi di adattamento a 120 mld $/anno ma solo dal 2035 e, soprattutto, nessuna roadmap vincolante per l’uscita dai combustibili fossili. Il vuoto lasciato dagli Stati Uniti — assenti dopo il licenziamento del team negoziale di Washington — ha consentito a petrostati guidati da Arabia Saudita e Russia di diluire il testo finale, riducendo l’ambizione a promesse volontarie. (reuters.com)

Questo esito non è soltanto un arretramento ecologico: è un segnale di rischio sistemico per i mercati che, secondo l’IEA, dovranno tagliare 7 Gt di CO₂ entro il 2030 per restare sotto 1,5 °C. Rinviare l’azione significa caricare sul futuro un costo stimato in 4,3 % del PIL mondiale annuo in danni climatici, mentre l’adattamento costa oggi un decimo di tale cifra.

Storicamente, le COP falliscono quando le potenze economiche si sottraggono; nel 2013 (Varsavia) la walk-out dei paesi in via di sviluppo rallentò di due anni la nascita del “Loss & Damage”. L’assenza USA di oggi apre spazio a Pechino, pronta a “monetizzare” l’inazione occidentale con linee di credito verdi condizionate alle sue supply-chain minerarie: un rischio di dipendenza che l’UE tenta di arginare con la nuova Critical Raw Materials Act.

“Il clima non negozia — siamo noi a dover cambiare i nostri parametri di razionalità”, ricorda l’economista Kate Raworth. Finché la governance globale resterà ostaggio di interessi fossili, la ciambella della Doughnut Economics resterà un miraggio.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Scommessa Africana sui Dati

La conglomerata malese YTL Power International sta esplorando la costruzione di data center in Sudafrica. A mio avviso, questo interesse del settore privato nell’infrastruttura digitale africana è un segnale più promettente di molti aiuti governativi. Il capitale privato che cerca opportunità è il motore più efficiente per l’innovazione e lo sviluppo, aggirando le inefficienze burocratiche per creare valore reale dove è necessario.

Il Capitale Umano Sotto Attacco

Mentre i mercati si muovono, non possiamo ignorare i costi economici nascosti dell’instabilità globale. Come sottolineato dal ministro degli Esteri britannico Yvette Cooper, si stima che fino al 30% delle donne e delle ragazze nelle zone di conflitto abbia subito violenza sessuale. Al di là dell’immensa tragedia umana, vedo qui la distruzione sistematica del capitale umano. Questa violenza preclude la partecipazione economica, paralizzando il potenziale di intere comunità per generazioni.

L’Interconnessione delle Materie Prime

Uno sguardo ai mercati delle materie prime offre una lezione di economia globale. I prezzi dell’olio di palma hanno iniziato la settimana in rialzo, trainati da un aumento del costo del suo rivale, l’olio di soia. Questa correlazione non è un dettaglio tecnico, ma la prova tangibile di come i mercati agricoli globali siano profondamente interconnessi. Le dinamiche di un prodotto si ripercuotono istantaneamente su un altro, dimostrando la natura fluida del commercio internazionale.

Le evoluzioni di questi scenari saranno al centro della nostra prossima analisi.

The European Perspective

La Battaglia dell’Hamburger Vegetale a Bruxelles

A Bruxelles si profila una normativa che potrebbe vietare l’uso di termini come “hamburger vegetariano” o “salsiccia vegana” per descrivere prodotti a base vegetale. L’emendamento, promosso dall’eurodeputata francese Céline Imart, si presenta come una difesa della tradizione agricola, ma a mio avviso rischia di trasformarsi in un classico esempio di protezionismo normativo. Mentre il mercato dell’innovazione alimentare offre ai consumatori alternative sempre più sofisticate, la politica sembra tentata di erigere barriere per proteggere le rendite di posizione, anziché abbracciare il cambiamento e la libertà di scelta. È una cartina di tornasole delle priorità europee: innovazione e mercato o tradizione e burocrazia?

Il Regno Unito Guarda Oltre Manica per la Crescita

Di fronte a un bilancio statale complesso, la Cancelliera dello Scacchiere britannica, Rachel Reeves, punta con decisione sugli accordi di libero scambio, come quello recentemente concluso con l’India, per stimolare l’economia. Questo approccio riflette la fiducia nel commercio globale come motore di prosperità, un principio che personalmente condivido. Tuttavia, molti economisti rimangono scettici sulla possibilità che questi accordi possano rappresentare una soluzione rapida ai problemi di bilancio del Regno Unito. La realtà, come sempre, è che non esistono soluzioni magiche; la crescita sostenibile richiede riforme strutturali interne, non solo strette di mano sui mercati internazionali.

Italia, lo Sciopero che Sfida la Manovra

Venerdì prossimo l’Italia affronterà uno sciopero generale indetto dai sindacati di base contro la manovra finanziaria del governo. Le richieste sono un copione già noto: maggiori investimenti pubblici in sanità e istruzione, rinnovo dei contratti per recuperare l’inflazione e tagli alle spese militari. Questa mobilitazione evidenzia la perenne tensione tra la richiesta di un maggiore intervento statale e l’obiettivo, dichiarato dal governo, di perseguire la crescita economica. Si tratta di un braccio di ferro ideologico che mette in luce le difficoltà nel conciliare le aspettative di spesa pubblica con la necessità di mantenere i conti in ordine e favorire un ambiente pro-impresa.

Le dinamiche di questi eventi sono in piena evoluzione, ne analizzeremo gli sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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