2025-12-04 • Meta disattiva 500k account minorenni in Australia per legge vietante social ai <

Evening Analysis – The Gist

Meta ha iniziato a disattivare circa 500 000 account di utenti australiani fra 13 e 15 anni – il 96 % dei minorenni del Paese presenti sui social – per adeguarsi alla legge che dal 10 dicembre vieta l’uso delle piattaforme ai minori di 16 anni e minaccia multe fino a 49,5 milioni di dollari australiani (33 mln US$) per le aziende inadempienti. TikTok, Snapchat e YouTube si stanno allineando, mentre X e Reddit resistono. (reuters.com)

Da Canberra parte così un nuovo paradigma di “sovranità digitale” – la tutela dei minori come leva per ridisegnare la governance globale di Big Tech. Negli ultimi tre anni 43 Paesi hanno varato o proposto limiti d’età online, ma nessuno con un taglio così netto. I colossi, incapaci di dimostrare efficaci sistemi di verifica, subiscono un regolatore straniero che rivendica portata extraterritoriale (l’eSafety Commissioner sarà ascoltata dal Congresso USA). (reuters.com)

La mossa australiana riecheggia le prime leggi sul lavoro minorile dell’800: allora si limitavano le ore in fabbrica, oggi si limita il “tempo di esposizione algoritmica”. Il rischio, però, è uno “splinternet generazionale”: adolescenti costretti a reti parallele non moderate, mentre restano irrisolti i nodi di anonimato e raccolta dati. L’Europa – che discute il Digital Age Verification Act – osserva attentamente: se il modello Canberra reggerà in tribunale, Bruxelles potrebbe irrigidire la propria proposta nel 2026.

“Regolare le piattaforme è meno una questione di tecnologia che di immaginazione istituzionale.” — Shoshana Zuboff, 2024

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Thursday, December 04, 2025

the Gist View

Meta ha iniziato a disattivare circa 500 000 account di utenti australiani fra 13 e 15 anni – il 96 % dei minorenni del Paese presenti sui social – per adeguarsi alla legge che dal 10 dicembre vieta l’uso delle piattaforme ai minori di 16 anni e minaccia multe fino a 49,5 milioni di dollari australiani (33 mln US$) per le aziende inadempienti. TikTok, Snapchat e YouTube si stanno allineando, mentre X e Reddit resistono. (reuters.com)

Da Canberra parte così un nuovo paradigma di “sovranità digitale” – la tutela dei minori come leva per ridisegnare la governance globale di Big Tech. Negli ultimi tre anni 43 Paesi hanno varato o proposto limiti d’età online, ma nessuno con un taglio così netto. I colossi, incapaci di dimostrare efficaci sistemi di verifica, subiscono un regolatore straniero che rivendica portata extraterritoriale (l’eSafety Commissioner sarà ascoltata dal Congresso USA). (reuters.com)

La mossa australiana riecheggia le prime leggi sul lavoro minorile dell’800: allora si limitavano le ore in fabbrica, oggi si limita il “tempo di esposizione algoritmica”. Il rischio, però, è uno “splinternet generazionale”: adolescenti costretti a reti parallele non moderate, mentre restano irrisolti i nodi di anonimato e raccolta dati. L’Europa – che discute il Digital Age Verification Act – osserva attentamente: se il modello Canberra reggerà in tribunale, Bruxelles potrebbe irrigidire la propria proposta nel 2026.

“Regolare le piattaforme è meno una questione di tecnologia che di immaginazione istituzionale.” — Shoshana Zuboff, 2024

The Gist AI Editor

The Global Overview

Il Metaverso in Pausa di Riflessione

Mark Zuckerberg sta ricalibrando la sua ambiziosa scommessa sul metaverso. Fonti interne a Meta Platforms, la società che ha audacemente cambiato nome proprio per inseguire questa visione, suggeriscono un imminente taglio al budget dedicato che potrebbe arrivare fino al 30%. A mio avviso, questa non è una sconfitta per l’innovazione, bensì una vittoria del pragmatismo. Il mercato, con la sua brutale onestà, sta forse segnalando che una tecnologia imposta dall’alto, senza un’adozione organica da parte degli utenti, fatica a creare valore sostenibile. Gli investitori sembrano approvare, come indicato dalla reazione positiva del titolo in borsa.

L’Incertezza delle Tecnologie Verdi

Mentre l’innovazione digitale fa i conti con la realtà, il settore energetico affronta dilemmi simili. La notizia che lo sviluppatore principale di un importante progetto scozzese di cattura del carbonio intende vendere la propria quota solleva dubbi sulla scalabilità e la sostenibilità economica di queste soluzioni tecnologiche. Questi intoppi, uniti alle continue tensioni geopolitiche che mantengono volatili i prezzi del petrolio, evidenziano la complessa e non lineare transizione verso nuove fonti energetiche. Ritengo che la dipendenza da mega-progetti, spesso legati a ingenti sussidi pubblici, possa rivelarsi fragile. La vera innovazione energetica richiederà un ecosistema di soluzioni agili e competitive, non solo grandi scommesse centralizzate.

I prossimi sviluppi, come sempre, su The Gist.

The European Perspective

Innovazione nel piatto

Una svolta significativa per l’agricoltura e la ricerca europea: Bruxelles ha deciso di allentare le rigide normative sulla cosiddetta “nuova genomica”. Alimenti derivati da piante modificate con tecniche moderne, come la “forbice genetica” CRISPR-Cas, potrebbero presto arrivare nei supermercati senza la necessità di un’etichettatura speciale. I sostenitori di questa deregolamentazione, tra cui mi annovero, si aspettano vantaggi concreti: colture più resistenti ai cambiamenti climatici, più nutrienti e che richiedono meno fertilizzanti, favorendo così la competitività degli agricoltori europei. A mio avviso, è un passo pragmatico che privilegia l’innovazione scientifica e l’evidenza dei fatti rispetto a timori non sempre fondati.

Meta sotto la lente dell’antitrust

La Commissione Europea ha avviato un’indagine formale su Meta. L’ipotesi è che l’integrazione del suo sistema “Meta AI” all’interno di WhatsApp possa violare le norme sulla concorrenza, limitando di fatto l’accesso ai fornitori di intelligenza artificiale concorrenti. Apprezzo che, per questa indagine, la Commissione stia utilizzando le leggi antitrust tradizionali anziché il più recente e rigido Digital Markets Act. Questo approccio consente un’analisi più mirata, caso per caso. Sebbene sia fondamentale vigilare per prevenire abusi di posizione dominante, è altrettanto importante non soffocare l’innovazione tecnologica con normative eccessivamente onerose prima ancora che possa svilupparsi pienamente.

Il prezzo della transizione

Il mercato energetico europeo respira, con il prezzo del gas naturale che è sceso a circa 27 euro per megawattora. Questo calo rappresenta un sollievo tangibile per le finanze di famiglie e imprese. Tuttavia, la strategia europea per garantirsi l’autonomia nelle materie prime critiche mostra un lato oscuro. Un’inchiesta rivela che il progetto faro dell’UE per l’approvvigionamento di minerali nella Repubblica Democratica del Congo rischia di causare lo sfollamento di migliaia di persone. È questo il dilemma che ci troviamo ad affrontare: da un lato, i benefici di mercati efficienti; dall’altro, l’imperativo che la nostra transizione verde e digitale non avvenga a spese dei diritti umani fondamentali.

I prossimi mesi ci diranno se l’Europa riuscirà a bilanciare progresso tecnologico e responsabilità globale.


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