2025-12-06 • Il prezzo del gas USA sale del 70% in un anno, segnalando una crisi energet

Evening Analysis – The Gist

Buonasera,

Il balzo del 70 % del prezzo del gas statunitense in dodici mesi – ai massimi da fine 2022 – non è un’anomalia passeggera ma il sintomo di una crisi energetica globale che rinasce sotto nuove forme (ft.com). L’esportazione record di LNG (10,9 Mt a novembre, +8 %) drena offerta interna, mentre la domanda elettrica alimentata da data-center e IA cresce del 9 % annuo, costringendo le utility a riaccendere centrali a carbone e riportando le emissioni USA su un trend ascendente (reuters.com).

Ciò avviene mentre l’Europa, decisa a bandire il gas russo entro il 2027, resta dipendente dalle navi americane; non a caso il Qatar minaccia di tagliare le forniture se Bruxelles applicherà la nuova direttiva sulla due-diligence sostenibile, segnalando quanto sia fragile la sicurezza energetica “diversificata” (reuters.com).

Politicamente, il paradosso è evidente: Washington celebra l’indipendenza dai fossili, ma incentiva esportazioni che comprimono l’offerta domestica e spingono i consumatori verso bollette record; Bruxelles predica la decarbonizzazione, ma incentiva contratti a lungo termine con gli stessi produttori del Golfo che contesta. La lezione storica – dal primo shock petrolifero del 1973 alla crisi russo-ucraina del 2022 – rimane disattesa: senza coordinamento tra politica climatica e sicurezza degli approvvigionamenti, la volatilità diventa strutturale.

Come ricorda Fatih Birol: «Il sistema energetico resta vulnerabile agli shock finché non colmiamo il divario tra ambizione verde e investimenti reali» (ft.com). Ignorare questo monito significherebbe consegnare la transizione alle oscillazioni di mercato anziché guidarla.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Saturday, December 06, 2025

the Gist View

Buonasera,

Il balzo del 70 % del prezzo del gas statunitense in dodici mesi – ai massimi da fine 2022 – non è un’anomalia passeggera ma il sintomo di una crisi energetica globale che rinasce sotto nuove forme (ft.com). L’esportazione record di LNG (10,9 Mt a novembre, +8 %) drena offerta interna, mentre la domanda elettrica alimentata da data-center e IA cresce del 9 % annuo, costringendo le utility a riaccendere centrali a carbone e riportando le emissioni USA su un trend ascendente (reuters.com).

Ciò avviene mentre l’Europa, decisa a bandire il gas russo entro il 2027, resta dipendente dalle navi americane; non a caso il Qatar minaccia di tagliare le forniture se Bruxelles applicherà la nuova direttiva sulla due-diligence sostenibile, segnalando quanto sia fragile la sicurezza energetica “diversificata” (reuters.com).

Politicamente, il paradosso è evidente: Washington celebra l’indipendenza dai fossili, ma incentiva esportazioni che comprimono l’offerta domestica e spingono i consumatori verso bollette record; Bruxelles predica la decarbonizzazione, ma incentiva contratti a lungo termine con gli stessi produttori del Golfo che contesta. La lezione storica – dal primo shock petrolifero del 1973 alla crisi russo-ucraina del 2022 – rimane disattesa: senza coordinamento tra politica climatica e sicurezza degli approvvigionamenti, la volatilità diventa strutturale.

Come ricorda Fatih Birol: «Il sistema energetico resta vulnerabile agli shock finché non colmiamo il divario tra ambizione verde e investimenti reali» (ft.com). Ignorare questo monito significherebbe consegnare la transizione alle oscillazioni di mercato anziché guidarla.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Il Prezzo del Dissenso

La morte di un ex governatore venezuelano, dopo oltre un anno di detenzione in una prigione dei servizi segreti a Caracas, è un crudo promemoria del costo umano del potere statale senza freni. Questo evento non è un’anomalia, ma la logica conclusione di un sistema autoritario che vede il dissenso non come un diritto, ma come una minaccia da estinguere. Dal mio punto di vista, la vera sicurezza non risiede nella forza dello Stato, ma nella tutela incrollabile della libertà individuale.

La Resilienza del Piccolo Commercio

Negli Stati Uniti, i piccoli commercianti stanno affrontando la stagione dello shopping festivo con sorprendente agilità. Invece di inseguire le grandi catene, si concentrano su regali a prezzi più bassi e, secondo il Wall Street Journal, su una “enfasi sulla gioia”. Questa strategia dimostra come l’ingegno imprenditoriale e la capacità di adattamento dal basso siano risposte più efficaci di qualsiasi pianificazione centralizzata, interpretando i veri desideri dei consumatori in un mercato in continua evoluzione.

Il Dilemma Energetico Americano

L’aumento dei prezzi del gas sta mettendo a dura prova le famiglie americane, creando un complesso problema politico per l’amministrazione Trump. La causa? Una collisione tra un’ondata di freddo e un livello record di esportazioni di Gas Naturale Liquefatto (GNL). Sebbene il libero scambio sia un principio chiave per la prosperità, questa situazione evidenzia le dirette conseguenze delle politiche energetiche sul costo della vita, sollevando un dibattito pragmatico sull’equilibrio tra mercati globali e accessibilità domestica.

I prossimi sviluppi nel prossimo numero di The Gist.

The European Perspective

Il Portafoglio delle Feste

Quest’anno, sotto l’albero degli italiani, c’è un cauto ottimismo. Le tredicesime, la mensilità extra tipica del modello contrattuale italiano, si presentano più ricche, iniettando quasi 50 miliardi di euro nell’economia per il solo mese di dicembre, con un incremento di 2,4 miliardi rispetto all’anno precedente. Questa maggiore liquidità, frutto di un’occupazione ai massimi e di un’inflazione più contenuta, si traduce in una spesa media per famiglia di 1.964 euro. Personalmente, trovo incoraggiante osservare come sia la capacità di spesa individuale, e non la spesa pubblica, a riaccendere i consumi, un segnale della vitalità del mercato quando le condizioni lo permettono. Oltre ai regali, cresce la spesa per esperienze come ristoranti e cultura, indicando una ricerca di benessere che va oltre il semplice possesso.

Il Patto Generazionale Scricchiola

Mentre in Italia si pensa ai consumi, in Germania si affronta una questione esistenziale per il futuro dello stato sociale. La Ministra del Lavoro, Bärbel Bas, ha usato parole inequivocabili sulla riforma delle pensioni: “abbiamo bisogno di un sistema completamente nuovo”. Questa dichiarazione non è un semplice aggiustamento tecnico, ma l’ammissione che il sistema attuale, basato su un numero decrescente di lavoratori che sostiene un numero crescente di pensionati, non è più sostenibile. A mio avviso, questa crisi espone la fragilità di un patto generazionale garantito dallo Stato, sollevando domande fondamentali su quale debba essere il ruolo del governo nella previdenza e quale quello dell’autonomia e responsabilità individuale.

Bruxelles e la Sponda Atlantica

Sul fronte diplomatico, l’Unione Europea naviga in acque complesse. Di fronte a un piano per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump che critica apertamente gli alleati europei per la loro politica economica e culturale, la massima diplomatica dell’UE, Kaja Kallas, ha gettato acqua sul fuoco, ribadendo che gli Stati Uniti restano “il nostro più grande alleato”. È una danza delicata: da un lato la necessità di difendere gli interessi europei, dall’altro il pragmatismo che impone di mantenere solida un’alleanza cruciale per il commercio globale e la sicurezza. Credo che la via da seguire risieda nel dialogo e nel rafforzamento dei legami economici, piuttosto che cedere a sirene protezionistiche da ambo le parti.

L’Intelligenza Artificiale e il suo “Rumore di Fondo”

Nel mondo dell’innovazione, un problema di “inquinamento” informativo minaccia uno dei settori più promettenti: l’intelligenza artificiale. Accademici denunciano la proliferazione di ricerche di bassa qualità, definite in gergo “AI slop”, ovvero “sbobba prodotta da AI”. Il caso di un singolo autore che ha firmato 113 paper in un anno è emblematico di una corsa alla quantità che rischia di soffocare la qualità e di rendere difficile l’identificazione di veri progressi. Pur sostenendo con forza l’innovazione, ritengo che il vero progresso richieda rigore. Questa dinamica perversa, spinta dalla ricerca di prestigio accademico, mostra come anche i mercati delle idee possano fallire senza adeguati meccanismi di auto-correzione.

Scopriremo quali di queste dinamiche prenderanno slancio nella prossima edizione di The Gist.


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