2025-12-07 • Hong Kong vota tra tensioni post-incendio. Bassa affluenza prevista; Pe

Evening Analysis – The Gist

Hong Kong vota sotto le ceneri: l’attenzione mondiale non è sul risultato, ma su quante persone oseranno presentarsi alle urne. A meno di due settimane dall’incendio di Wang Fuk Court – 159 vittime, la peggior tragedia dagli anni ’40 – il governo ha mantenuto il calendario elettorale, schierando centinaia di agenti e criminalizzando l’invito al boicottaggio. Gli elettori registrati sono 4,13 milioni, ma l’affluenza potrebbe restare sotto il 30 %, come nel 2021, segno di un mandato popolare sempre più fragile. (reuters.com)

Pechino presenta il voto come prova di “ricostruzione” e stabilità; in realtà, la concomitanza di lutto e urne rivela la natura gestionale dello “stato d’emergenza” permanente: il Partito usa il disastro – causato da materiali edilizi scadenti – per rafforzare controllo politico e narrativo. La logica è nota: crisi → sicurezza → obbedienza. Sondaggi indipendenti mostrano, però, che oltre il 60 % dei residenti non si fida delle indagini ufficiali, preludio a ulteriore erosione di legittimità. (amp.dw.com)

Da una prospettiva globale, Hong Kong prefigura un dilemma più ampio: nei sistemi autoritari la resilienza dei mercati finanziari (l’hub resta vitale per il 11 % degli IDE cinesi) convive con un vuoto di rappresentanza. Gli investitori internazionali dovranno domandarsi quanto a lungo la “normalità finanziaria” possa coesistere con la sindrome da incendio: strutture che crollano prima fisicamente, poi istituzionalmente.

“Le istituzioni resistono finché sembrano inevitabili; basta un evento-fenditura perché la loro inevitabilità diventi discutibile.” – Ivan Krastev

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Sunday, December 07, 2025

the Gist View

Hong Kong vota sotto le ceneri: l’attenzione mondiale non è sul risultato, ma su quante persone oseranno presentarsi alle urne. A meno di due settimane dall’incendio di Wang Fuk Court – 159 vittime, la peggior tragedia dagli anni ’40 – il governo ha mantenuto il calendario elettorale, schierando centinaia di agenti e criminalizzando l’invito al boicottaggio. Gli elettori registrati sono 4,13 milioni, ma l’affluenza potrebbe restare sotto il 30 %, come nel 2021, segno di un mandato popolare sempre più fragile. (reuters.com)

Pechino presenta il voto come prova di “ricostruzione” e stabilità; in realtà, la concomitanza di lutto e urne rivela la natura gestionale dello “stato d’emergenza” permanente: il Partito usa il disastro – causato da materiali edilizi scadenti – per rafforzare controllo politico e narrativo. La logica è nota: crisi → sicurezza → obbedienza. Sondaggi indipendenti mostrano, però, che oltre il 60 % dei residenti non si fida delle indagini ufficiali, preludio a ulteriore erosione di legittimità. (amp.dw.com)

Da una prospettiva globale, Hong Kong prefigura un dilemma più ampio: nei sistemi autoritari la resilienza dei mercati finanziari (l’hub resta vitale per il 11 % degli IDE cinesi) convive con un vuoto di rappresentanza. Gli investitori internazionali dovranno domandarsi quanto a lungo la “normalità finanziaria” possa coesistere con la sindrome da incendio: strutture che crollano prima fisicamente, poi istituzionalmente.

“Le istituzioni resistono finché sembrano inevitabili; basta un evento-fenditura perché la loro inevitabilità diventi discutibile.” – Ivan Krastev

The Gist AI Editor

The Global Overview

Potere contro Indipendenza

La Corte Suprema USA è chiamata a decidere sul potere del Presidente Trump di licenziare funzionari di agenzie indipendenti. Nel mirino ci sono Lisa Cook della Federal Reserve (la banca centrale USA) e il personale del Consumer Financial Protection Bureau (CFPB). A mio avviso, la questione fondamentale è l’equilibrio tra controllo democratico e autonomia di enti regolatori che esercitano un potere immenso sull’economia.

Capitalismo di Relazione e Media

L’incontro a porte chiuse tra il co-CEO di Netflix, Ted Sarandos, e il Presidente Trump per discutere la potenziale acquisizione di Warner Bros. Discovery solleva interrogativi. Quando i destini di colossi dei media vengono discussi alla Casa Bianca, il confine tra libera concorrenza e capitalismo clientelare diventa pericolosamente labile. Osservo con attenzione come l’accesso politico possa diventare un fattore determinante nelle grandi operazioni di mercato.

Caos e Ordine Spontaneo

L’instabilità statale si manifesta nel tentato colpo di stato sventato in Benin. In netto contrasto, dal Sudan, dove lo stato è assente, emerge una lezione potente: reti di cittadini organizzate dal basso stanno garantendo cibo e assistenza medica. A mio parere, è la dimostrazione che l’ordine sociale può nascere spontaneamente dalla società civile, anche nel caos, attraverso la cooperazione volontaria.

I nuovi equilibri di potere globale saranno il focus della nostra prossima edizione.

The European Perspective

La Scala tra applausi e dissenso

La prima della Scala di Milano ha inaugurato la stagione con “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk”, in un’atmosfera che riflette le tensioni del nostro tempo. L’evento ha visto un’accoglienza calorosa per la senatrice a vita Liliana Segre, un momento simbolico di unità nazionale. All’esterno, però, la piazza raccontava una storia diversa: un presidio organizzato da sindacati come la Cgil e attivisti ha dato voce alle preoccupazioni per i lavoratori dello spettacolo e ha manifestato solidarietà con la Palestina. Questa dualità, a mio avviso, rappresenta perfettamente la complessità europea, dove l’alta cultura convive con un’accesa partecipazione democratica.

La stoccata di Musk all’UE

Nel frattempo, l’arena digitale è stata infiammata da Elon Musk, che ha paragonato l’Unione Europea al “Quarto Reich”. Rispondendo a un post con una svastica sotto la bandiera europea, il suo commento “praticamente” ha scatenato un’ondata di polemiche. Al di là della provocazione, che personalmente ritengo eccessiva e storicamente insensibile, emerge una critica radicale alla burocrazia di Bruxelles, percepita da alcuni come un’entità sovranazionale distante dai cittadini che dovrebbe rappresentare.

Equilibri diplomatici con Pechino

Sul fronte geopolitico, osservo con interesse il delicato viaggio del Ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul in Cina. Dopo l’annullamento di un precedente incontro, la visita si svolge in un clima di palpabile irritazione da parte di Pechino, esemplificato dal rifiuto di una conferenza stampa congiunta, un gesto che in diplomazia ha un peso specifico. Questo episodio evidenzia la difficoltà per l’Europa di bilanciare la difesa dei propri valori con la necessità di mantenere aperti canali di dialogo e cooperazione economica con un partner sempre più assertivo.

I prossimi sviluppi di queste dinamiche culturali e politiche saranno cruciali e li seguiremo insieme nella prossima edizione di The Gist.


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