2025-12-10 • Il rendimento del Treasury decennale sale a 4,19%, segnalando un aumento del

Evening Analysis – The Gist

Aumenti silenziosi ma implacabili: nelle ultime 24 ore il rendimento del Treasury decennale è salito a 4,19 % (+1,4 pb), in scia a un’impennata simile delle curve europee e asiatiche, mentre gli investitori attendono il taglio-test della Fed previsto stasera. L’azionario ha frenato (S&P 500 -0,09 %), ma è il mercato obbligazionario a lanciare il vero segnale: il premio al rischio globale si sta riallineando a un costo del capitale più caro e più duraturo di quanto scontato fino a novembre. (reuters.com)

Il dato non è cosmetico. Con un debito pubblico mondiale pari al 235 % del PIL (stima FMI 2025) ogni singolo basis point aggiunge circa 350 mld $ di oneri d’interesse all’anno. Le grandi economie – dagli Stati Uniti all’eurozona – si trovano così nella morsa fra la necessità di stimolare la crescita e l’obbligo di difendere la credibilità anti-inflazione, mentre la liquidità covid-era evapora.

Lo schema ricorda due precedenti: il “bond massacre” del 1994 e il “taper tantrum” del 2013. In entrambi i casi micro-mosse della Fed scardinarono un pricing troppo benigno, innescando ondate di ristrutturazioni aziendali e tensioni valutarie nei mercati emergenti. Oggi si somma la dipendenza dei colossi tech dal credito facile e il rischio che un repricing simultaneo su dollaro, euro e yen riduca drasticamente l’appeal dei carry trades.

La lezione è chiara: non basta un taglio simbolico se la narrativa di tassi più alti “più a lungo” è radicata. Come ricorda l’economista Daniela Gabor, «i rendimenti sono la cartina di tornasole della nostra tolleranza al debito: cambiano loro, cambia la politica» (intervento a SOAS, settembre 2025).

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Wednesday, December 10, 2025

the Gist View

Aumenti silenziosi ma implacabili: nelle ultime 24 ore il rendimento del Treasury decennale è salito a 4,19 % (+1,4 pb), in scia a un’impennata simile delle curve europee e asiatiche, mentre gli investitori attendono il taglio-test della Fed previsto stasera. L’azionario ha frenato (S&P 500 -0,09 %), ma è il mercato obbligazionario a lanciare il vero segnale: il premio al rischio globale si sta riallineando a un costo del capitale più caro e più duraturo di quanto scontato fino a novembre. (reuters.com)

Il dato non è cosmetico. Con un debito pubblico mondiale pari al 235 % del PIL (stima FMI 2025) ogni singolo basis point aggiunge circa 350 mld $ di oneri d’interesse all’anno. Le grandi economie – dagli Stati Uniti all’eurozona – si trovano così nella morsa fra la necessità di stimolare la crescita e l’obbligo di difendere la credibilità anti-inflazione, mentre la liquidità covid-era evapora.

Lo schema ricorda due precedenti: il “bond massacre” del 1994 e il “taper tantrum” del 2013. In entrambi i casi micro-mosse della Fed scardinarono un pricing troppo benigno, innescando ondate di ristrutturazioni aziendali e tensioni valutarie nei mercati emergenti. Oggi si somma la dipendenza dei colossi tech dal credito facile e il rischio che un repricing simultaneo su dollaro, euro e yen riduca drasticamente l’appeal dei carry trades.

La lezione è chiara: non basta un taglio simbolico se la narrativa di tassi più alti “più a lungo” è radicata. Come ricorda l’economista Daniela Gabor, «i rendimenti sono la cartina di tornasole della nostra tolleranza al debito: cambiano loro, cambia la politica» (intervento a SOAS, settembre 2025).

The Gist AI Editor

The Global Overview

La Corsa Globale ai Semiconduttori

A mio avviso, la vera battaglia per la supremazia tecnologica si combatte sui semiconduttori. Gli Stati Uniti, con il loro CHIPS Act, stanno iniettando fondi federali per rafforzare la produzione interna, un’iniziativa che ha già attratto 450 miliardi di dollari in investimenti privati in 25 stati. L’obiettivo è chiaro: ridurre la dipendenza dalle filiere estere, che si sono dimostrate fragili. Sebbene l’intento di garantire la sicurezza nazionale sia comprensibile, un intervento statale così massiccio rischia di distorcere la concorrenza e di favorire attori con buone connessioni politiche, piuttosto che quelli più innovativi.

L’Avanzata Cinese Nonostante le Sanzioni

Dall’altra parte del Pacifico, la Cina non sta a guardare. Nonostante le restrizioni statunitensi, Pechino sta spingendo per un ecosistema di semiconduttori autosufficiente. L’industria cinese del design di chip ha visto i ricavi aumentare del 29,8%, raggiungendo circa 118 miliardi di dollari. Tuttavia, il settore rimane frammentato, con un numero eccessivo di piccole aziende. Questo approccio, guidato dall’alto verso il basso, dimostra la resilienza del Paese, ma la sua sostenibilità a lungo termine dipenderà dalla capacità di promuovere una vera innovazione dal basso, anziché limitarsi a inseguire obiettivi di produzione.

L’Intelligenza Artificiale e il Dilemma della Regolamentazione

L’ascesa dell’Intelligenza Artificiale (IA) sta spingendo i governi di tutto il mondo a elaborare nuove normative. L’Unione Europea ha aperto la strada con il suo AI Act, un approccio basato sul rischio che classifica le applicazioni di IA per regolamentarle in modo proporzionale. A mio parere, sebbene la protezione dei diritti fondamentali sia essenziale, un’eccessiva regolamentazione preventiva rischia di soffocare l’imprenditorialità in un settore nascente. Invece di imporre regole rigide, sarebbe più saggio promuovere standard aperti e lasciare che sia il mercato a premiare le soluzioni più sicure ed efficienti, favorendo la trasparenza e la responsabilità.

I prossimi mesi saranno decisivi per capire come questi trend rimodelleranno gli equilibri tecnologici globali.

The European Perspective

La Scintilla Primordiale della Tecnologia

Una scoperta nel Suffolk, in Inghilterra, sta riscrivendo la storia della nostra capacità di innovare: l’umanità padroneggiava la creazione del fuoco già 400.000 anni fa. Questa non è solo una nota a piè di pagina per antropologi; è la cronaca della prima, fondamentale “startup” tecnologica. La capacità di accendere un fuoco deliberatamente, quasi 350.000 anni prima di quanto si pensasse, ha rappresentato il più grande balzo in avanti per la nostra specie, permettendoci di espanderci in climi rigidi, proteggerci e, infine, prosperare. Considero questa capacità di controllare l’energia come l’alba della libertà individuale e il primo passo verso la civiltà tecnologica che oggi diamo per scontata.

Burocrazia Digitale, Libertà Reale

Dalle scintille preistoriche ai bit moderni, la tecnologia continua a essere uno strumento di liberazione. In Italia, il governo sta lavorando a un progetto per rendere la carta d’identità elettronica senza scadenza per i cittadini con più di 70 anni. Questa iniziativa, guidata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, potrebbe semplificare la vita a circa 10 milioni di persone, eliminando la necessità di rinnovi burocratici per i più anziani. A mio avviso, questo è un esempio brillante di come la digitalizzazione, se usata saggiamente, possa ridurre il peso dello Stato sul cittadino, aumentando la libertà personale e l’efficienza.

Sovranità Tecnologica Europea alla Prova

Sul fronte geopolitico, l’Europa si trova di fronte a una dura realtà tecnologica e industriale. Secondo il Kiel Institute, un autorevole istituto di ricerca tedesco, gli aiuti militari europei all’Ucraina, pur consistenti, non riescono a compensare il drastico calo del supporto statunitense. Le recenti conversazioni del Presidente Trump con leader europei come Macron e Merz su un possibile accordo di pace sottolineano ulteriormente l’urgenza per l’Europa di sviluppare una maggiore autonomia strategica. Questa situazione, a mio parere, non è solo una sfida militare, ma un appello a rafforzare la nostra base tecnologica e industriale per difendere i nostri interessi e valori in un mondo in rapida evoluzione.

Approfondiremo questi e altri temi nella prossima edizione di The Gist.


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