Retromarcia Verde dell’UE?
Dalla Commissione Europea, sembra arrivare un inatteso segnale di pragmatismo. Stando a diverse indiscrezioni, Bruxelles si appresta ad ammorbidire il divieto totale di vendita di nuovi motori a combustione previsto per il 2035. L’ipotesi, che accoglie le pressioni dell’industria automobilistica tedesca e di altri paesi, suggerisce di non escludere a priori tecnologie come gli ibridi plug-in o i carburanti sintetici. Dal mio punto di vista, questa non è una sconfitta per l’ambiente, ma una vittoria per la realtà, che riconosce la necessità di una transizione tecnologicamente neutrale e meno dirigista, in grado di proteggere l’industria e l’occupazione senza imporre una sola via all’innovazione.
Commercio Globale in Sala d’Attesa
Mentre l’UE ricalibra le sue politiche interne, sul fronte del commercio internazionale la Francia frena. Parigi ha infatti chiesto di ritardare il voto cruciale sull’accordo di libero scambio con il blocco sudamericano del Mercosur, dopo oltre vent’anni di negoziati. La motivazione ufficiale risiede nella volontà di proteggere gli agricoltori europei da una concorrenza ritenuta sleale, ma questa mossa rischia di arenare uno dei più grandi accordi commerciali al mondo. Vedo in questo un riflesso delle tensioni tra la visione di un’Europa aperta e globale e le spinte protezionistiche nazionali che, a mio avviso, rischiano di isolarci in un mondo sempre più interconnesso.
Il Dilemma della Censura Digitale
Nel frattempo, nel mondo digitale, Meta finisce sotto accusa per quella che attivisti definiscono “una delle più grandi ondate di censura”. Oltre 50 organizzazioni globali, molte delle quali europee, che offrono consulenza sull’aborto e contenuti per la comunità queer, hanno subito restrizioni o la chiusura dei loro account su Facebook e Instagram. Questo episodio solleva interrogativi fondamentali sul potere smisurato delle piattaforme private di filtrare l’informazione e limitare la libertà d’espressione, anche quando si tratta di contenuti legali e di pubblica utilità.
Stabilità Politica ed Economia a Rischio
Sul fronte politico, la Bulgaria affronta l’ennesima crisi con le dimissioni del governo del primo ministro Rossen Scheljaskow, a seguito di vaste proteste contro la corruzione e la politica economica. Questa instabilità politica si inserisce in un quadro economico europeo complesso. In Germania, il prestigioso istituto Ifo ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2026 allo 0,8%, segnalando come il motore economico d’Europa stia perdendo colpi a causa di burocrazia e infrastrutture obsolete.
Vi invito a seguire i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.
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