2025-12-14 • USA sequestra petroliera con greggio venezuelano per Cuba, bloccando 650k

Morning Intelligence – The Gist

Washington ha colpito un nervo scoperto dell’Avana: la Guardia costiera statunitense ha sequestrato la petroliera “Skipper”, diretta a Cuba con greggio venezuelano, bloccando circa 650 mila barili, pari a un quarto delle importazioni mensili dell’isola. Il governo cubano denuncia “pirateria di Stato” mentre le forniture da Caracas, già crollate a 27 000 barili/giorno nel 2025 (32 000 nel 2024), rischiano di fermarsi del tutto. (reuters.com)

Il vero costo non è (solo) energetico: senza diesel l’industria biofarmaceutica di Cuba rallenta ulteriormente; già oggi il ministero della Salute ammette una carenza del 60 % degli 849 farmaci del formulario nazionale. Le interruzioni elettriche obbligano ospedali a rinviare interventi e a rottamare vaccini sensibili alla catena del freddo, ricordando il “Periodo especial” degli anni ’90, quando la mortalità infantile balzò da 10 a 13 per mille.

La mossa di Washington – sostengono i falchi – intende indebolire l’asse Caracas-L’Avana; ma il rischio è un contraccolpo migratorio verso Florida e Centro-America, già cresciuto del 34 % quest’anno. E mentre l’Europa condanna a parole, la Cina compra il greggio venezuelano con sconto del 28 %, deviando flussi che potrebbero stabilizzare i Caraibi. Gli Stati Uniti si ritrovano così a spingere Cuba verso Pechino pur cercando di isolarla: una contraddizione strategica che ripete l’embargo del 1962 senza offrirne l’uscita. (wsj.com)

“Quando le soluzioni si travestono da punizioni, producono solo nuove emergenze”, avverte l’economista Amartya Sen.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Sunday, December 14, 2025

the Gist View

Washington ha colpito un nervo scoperto dell’Avana: la Guardia costiera statunitense ha sequestrato la petroliera “Skipper”, diretta a Cuba con greggio venezuelano, bloccando circa 650 mila barili, pari a un quarto delle importazioni mensili dell’isola. Il governo cubano denuncia “pirateria di Stato” mentre le forniture da Caracas, già crollate a 27 000 barili/giorno nel 2025 (32 000 nel 2024), rischiano di fermarsi del tutto. (reuters.com)

Il vero costo non è (solo) energetico: senza diesel l’industria biofarmaceutica di Cuba rallenta ulteriormente; già oggi il ministero della Salute ammette una carenza del 60 % degli 849 farmaci del formulario nazionale. Le interruzioni elettriche obbligano ospedali a rinviare interventi e a rottamare vaccini sensibili alla catena del freddo, ricordando il “Periodo especial” degli anni ’90, quando la mortalità infantile balzò da 10 a 13 per mille.

La mossa di Washington – sostengono i falchi – intende indebolire l’asse Caracas-L’Avana; ma il rischio è un contraccolpo migratorio verso Florida e Centro-America, già cresciuto del 34 % quest’anno. E mentre l’Europa condanna a parole, la Cina compra il greggio venezuelano con sconto del 28 %, deviando flussi che potrebbero stabilizzare i Caraibi. Gli Stati Uniti si ritrovano così a spingere Cuba verso Pechino pur cercando di isolarla: una contraddizione strategica che ripete l’embargo del 1962 senza offrirne l’uscita. (wsj.com)

“Quando le soluzioni si travestono da punizioni, producono solo nuove emergenze”, avverte l’economista Amartya Sen.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Guerra di Talenti e Bolle Tecnologiche

La competizione per i migliori talenti nell’intelligenza artificiale sta rimodellando la cultura aziendale della Silicon Valley. OpenAI e la rivale xAI hanno eliminato il “vesting cliff”, quel periodo (solitamente un anno) che un neoassunto doveva attendere prima di maturare le proprie quote azionarie. Questa mossa, quasi impensabile fino a poco tempo fa, dimostra come la libera concorrenza per le risorse più preziose—il capitale umano—possa scardinare pratiche consolidate. Tuttavia, questa frenesia ha un che di familiare. L’attuale “AI mania” presenta inquietanti parallelismi con la bolla delle dot-com di fine anni ’90, con valutazioni che sembrano sfidare la logica fondamentale.

La Rinascita Finanziaria Asiatica

L’epicentro del dinamismo finanziario sembra spostarsi con decisione verso Oriente. Hong Kong, data per spacciata da molti, sta guidando una spettacolare ripresa della raccolta di capitali in Asia, che quest’anno potrebbe raggiungere i 73 miliardi di dollari. Questa rinascita è alimentata da un’ondata di ottimismo e da una notevole propensione al rischio. Gli investitori più facoltosi della regione stanno iniettando circa 200 miliardi di dollari in strumenti azionari complessi, scommettendo su prodotti che solo pochi anni fa avevano generato perdite significative. Dal mio punto di vista, questo dimostra la straordinaria capacità dei mercati di auto-correggersi e di trovare nuove vie per la crescita.

Australia Contro i Giganti del Web

Canberra ha lanciato il guanto di sfida, diventando il primo paese al mondo a vietare l’uso dei social media ai minori di 16 anni. La nuova legge, che impone pesanti multe alle piattaforme non conformi, è un esperimento di regolamentazione che il mondo osserva con attenzione. Sebbene le intenzioni di proteggere i più giovani siano comprensibili, mosse di questo tipo rappresentano un precedente scivoloso. Interventi statali così pervasivi rischiano di limitare la libertà individuale e di creare un clima ostile all’innovazione, spingendo le aziende tecnologiche a riconsiderare i propri investimenti.

Il Gist tornerà presto con nuovi aggiornamenti per decifrare le complessità del nostro mondo.

The European Perspective

La Sfida della Dopamina nell’Era Digitale

In un mondo saturo di notifiche, mi chiedo come l’istruzione possa competere. La ricercatrice Emily Goligoski ha messo in parole un’ansia che condivido: come può un insegnante “competere contro la dopamina mentre insegna della teoria?”. La sua analisi sull’evoluzione del consumo di informazione dipinge un quadro preoccupante. Non si tratta solo di distrazione; è una riconfigurazione fondamentale del nostro modo di apprendere e interagire. La libertà individuale include anche la libertà di concentrarsi, una capacità che l’attuale ecosistema digitale sembra voler erodere costantemente, ponendo una sfida diretta non solo all’istruzione ma alla formazione stessa del pensiero critico.

Il Divorzio Transatlantico e la Risposta Europea

La nuova Strategia di Sicurezza Nazionale dell’amministrazione Trump sta costringendo i leader europei a un esame di coscienza. Le reazioni nel continente spaziano dalla negazione alla negoziazione, fino a una pragmatica accettazione di una nuova realtà geopolitica. Questo documento non è solo un testo politico; è il segnale di un disaccoppiamento strategico che l’Europa non può permettersi di ignorare. A mio avviso, questo momento richiede non tanto appelli a una storia condivisa, quanto un rafforzamento concreto della nostra autonomia strategica e una difesa coesa dei principi della democrazia liberale, oggi messi in discussione su entrambe le sponde dell’Atlantico.

Cuba al Collasso Sanitario

La tragica crisi sanitaria a Cuba, dove gli ospedali sono al collasso per la mancanza di medicinali e diagnosi errate, è un monito potente. Mentre sull’isola si muore per una combinazione di virus come dengue e chikungunya, la situazione espone la fragilità di un sistema centralizzato incapace di garantire il diritto fondamentale alla salute. Questa catastrofe umanitaria, a poche miglia dalle coste di una delle più grandi economie mondiali, dovrebbe farci riflettere profondamente sui risultati tangibili dei regimi autoritari, al di là di ogni residua fascinazione ideologica. È una testimonianza drammatica di come la cattiva gestione e la mancanza di libertà possano avere conseguenze letali.

Le Complesse Vie per la Pace in Ucraina

Mentre a Berlino si tengono colloqui per esplorare percorsi di pace per l’Ucraina, la complessità del conflitto emerge in tutta la sua crudezza. Da un lato, la diplomazia cerca spiragli. Dall’altro, la Commissaria russa per i diritti umani, Tatyana Moskalkova, parla di quasi 500 persone detenute in Ucraina per le loro opinioni filo-russe. Questi dati, sebbene provengano da una parte interessata, evidenziano la guerra di narrazioni che accompagna quella sul campo. Per noi europei, sostenere l’Ucraina significa difendere il principio di sovranità, ma anche vigilare affinché i valori di una società aperta e democratica siano preservati, anche nelle circostanze più difficili.

Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.


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