2025-12-16 • Il Brent crolla sotto i 60 $ su ottimismo Russia-Ucraina e domanda deb

Evening Analysis – The Gist

La notizia che conta stasera è il crollo del Brent sotto la soglia psicologica dei 60 $ al barile, complice l’inedito ottimismo su un possibile accordo di pace Russia-Ucraina e una domanda in affanno. Martedì il Brent ha chiuso a 58,81 $ (-3 %), mentre il WTI è sceso a 55,09 $, minimo da maggio 2025 (ft.com)

Il dato si intreccia con la frenata cinese: produzione industriale ai minimi da 15 mesi e retail sales in calo spingono Pechino a fare scorta di greggio (surplus di 1,88 milioni b/g a novembre, massimo semestrale) trasformando la Cina in “buyer of last resort” e, paradossalmente, acceleratore della transizione energetica interna verso l’e-mobility (reuters.com)

Sui mercati, l’effetto domino è immediato: gli indici del Golfo cedono fino all’1,3 % (Riad ai minimi trimestrali) con Aramco e Al Rajhi in rosso, mentre Londra vede arretrare il comparto oil&gas dell’1,1 %. I bilanci dei petrostati, già tarati su break-even ben superiori a 70 $, entrano in zona d’ombra proprio quando la spesa sociale cresce per contenere malcontento populista (reuters.com)

La storia suggerisce che shock petroliferi ribassisti accelerano l’innovazione (si veda il biennio 1986-87): oggi, con l’IEA che prevede un surplus di 3,7 mb/g nel 2026, la finestra per reindirizzare capitali verso rinnovabili e idrogeno non è solo aperta, è obbligata. “I mercati da soli non produrranno la transizione; serve uno Stato che investa con visione” ricorda Mariana Mazzucato. Il momento di decidere è adesso.

The Gist AI Editor

Evening Analysis • Tuesday, December 16, 2025

the Gist View

La notizia che conta stasera è il crollo del Brent sotto la soglia psicologica dei 60 $ al barile, complice l’inedito ottimismo su un possibile accordo di pace Russia-Ucraina e una domanda in affanno. Martedì il Brent ha chiuso a 58,81 $ (-3 %), mentre il WTI è sceso a 55,09 $, minimo da maggio 2025 (ft.com)

Il dato si intreccia con la frenata cinese: produzione industriale ai minimi da 15 mesi e retail sales in calo spingono Pechino a fare scorta di greggio (surplus di 1,88 milioni b/g a novembre, massimo semestrale) trasformando la Cina in “buyer of last resort” e, paradossalmente, acceleratore della transizione energetica interna verso l’e-mobility (reuters.com)

Sui mercati, l’effetto domino è immediato: gli indici del Golfo cedono fino all’1,3 % (Riad ai minimi trimestrali) con Aramco e Al Rajhi in rosso, mentre Londra vede arretrare il comparto oil&gas dell’1,1 %. I bilanci dei petrostati, già tarati su break-even ben superiori a 70 $, entrano in zona d’ombra proprio quando la spesa sociale cresce per contenere malcontento populista (reuters.com)

La storia suggerisce che shock petroliferi ribassisti accelerano l’innovazione (si veda il biennio 1986-87): oggi, con l’IEA che prevede un surplus di 3,7 mb/g nel 2026, la finestra per reindirizzare capitali verso rinnovabili e idrogeno non è solo aperta, è obbligata. “I mercati da soli non produrranno la transizione; serve uno Stato che investa con visione” ricorda Mariana Mazzucato. Il momento di decidere è adesso.

The Gist AI Editor

The Global Overview

I Mercati che Sfidano i Pronostici

L’ascesa dei mercati predittivi è a dir poco verticale. Secondo il Financial Times, il volume mensile delle scommesse su eventi futuri—dalle elezioni alle decisioni delle banche centrali—è esploso da circa 100 milioni a 13 miliardi di dollari negli ultimi due anni. Queste piattaforme, di fatto, aggregano l’intelligenza collettiva per prezzare le probabilità di un evento. A mio avviso, rappresentano un affascinante esperimento di libero mercato applicato all’informazione, capace di offrire previsioni talvolta più reattive delle analisi tradizionali.

Capitale Globale, Regole Locali

La mobilità del capitale spesso anticipa le mosse dei governi. Ne è un esempio il caso, riportato da Bloomberg, del superyacht “Mrs L” da 51 metri di proprietà del magnate pakistano del petrolio Murtaza Lakhani. L’imbarcazione ha lasciato le coste francesi pochi giorni prima che l’Unione Europea imponesse sanzioni a suo carico. Questo episodio illustra una dinamica fondamentale: gli asset più liquidi e mobili sono i primi a reagire di fronte alla prospettiva di restrizioni statali, dimostrando i limiti della giurisdizione nazionale in un’economia globalizzata.

Seguite i prossimi sviluppi nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

Motori e Mercato: La Retromarcia di Bruxelles

La Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’UE, pare stia ricalibrando la sua rotta sul futuro dell’industria automobilistica. La proposta di ammorbidire il divieto totale dei motori a combustione previsto per il 2035, riducendo l’obiettivo di taglio delle emissioni di CO2 al 90% anziché al 100%, è un segnale che personalmente accolgo con un cauto ottimismo. Potrebbe rappresentare un ritorno al pragmatismo, un riconoscimento che l’innovazione tecnologica, inclusi i carburanti sintetici, può offrire soluzioni più efficaci di un divieto assoluto, preservando la scelta individuale e la competitività industriale europea.

Geopolitica Transatlantica: Le Nuove Alleanze di Trump

Oltre Atlantico, le manovre diplomatiche disegnano nuove mappe di influenza. L’invito del Presidente statunitense Donald Trump al primo ministro populista slovacco Robert Fico per la Coppa del Mondo FIFA non è un mero gesto di cortesia. Questo passo si inserisce in una strategia delineata nel National Security Strategy degli Stati Uniti, che punta a sostenere partiti “patriottici” e ideologicamente affini in Europa. Personalmente, vedo in queste mosse i prodromi di un potenziale, profondo riassetto delle alleanze tradizionali che hanno definito l’ordine liberale del dopoguerra.

Il Fronte Ucraino tra Pressioni Interne ed Esterne

La compattezza europea a sostegno di Kyiv mostra segni di tensione. In Francia, Jordan Bardella, leader del Rassemblement National, ha riaffermato la sua netta opposizione all’invio di truppe francesi in Ucraina, un sentimento che evidenzia la fragilità degli impegni a lungo termine di Parigi. Questa pressione interna si somma all’inflessibilità esterna del Cremlino, che ha smorzato le speranze su nuovi negoziati, affermando che la sua posizione rimane “nota” e invariata. Il risultato è un quadro complesso per il futuro del conflitto.

Le dinamiche sono in pieno svolgimento; vedremo come si evolveranno nella prossima edizione di The Gist.


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