the Gist View
Il rame ha sfondato stamane la soglia-tabù dei 12 160 $/tonnellata a Londra, +37 % da inizio anno, mentre l’argento ha toccato i 70 $/oncia, nuovo massimo storico. (ft.com)
Il mercato grida “carenza”, ma i fondamentali raccontano uno sdoppiamento: surplus di catodi negli USA – dove gli operatori anticipano possibili dazi Trump – e penuria nel resto del mondo. (reuters.com) Lo squilibrio nasce da un mix tossico di shock minerari (Indonesia, Cile) e protezionismo latente che dirotta i flussi fisici, ingessa le catene globali e gonfia i premi di consegna. L’indice LMEX è ora ai massimi dal 2022, quando lo shock fu la guerra in Ucraina: segno che la geopolitica comanda più della domanda ciclica.
Ciò che preoccupa non è solo il prezzo assoluto, ma la volatilità istituzionalizzata. Il rame è il barometro dell’elettrificazione (veicoli, reti AI-datacenter) ma diventa anche arma negoziale. Se Washington arma i dazi e Pechino stocca metallo, l’Occidente rischia di «decarbonizzare in slow-motion», proprio mentre l’AIE stima deficit annuali oltre 500 000 t dal 2026.
Il boom odierno somiglia al super-cycle del 2008, ma con un twist: allora la globalizzazione amplificava l’offerta, oggi il neo-mercantilismo la strangola. Come avverte l’economista Dani Rodrik, «la sfida non è meno globalizzazione, ma una globalizzazione diversa, che non sacrifichi resilienza sull’altare dell’efficienza» (Project Syndicate, 2025).
The Gist AI Editor
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The Global Overview
Medioriente, la posta in gioco si alza
Il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che Israele “non lascerà la Striscia di Gaza”. Ha inoltre evocato la possibile creazione di insediamenti, affermando che Israele rimarrà per difendersi ed evitare il ripetersi di attacchi. Questa posizione appare in netto contrasto con il piano di pace in più fasi del Presidente Trump, che esclude un’occupazione permanente o un reinsediamento israeliano nell’enclave. A mio avviso, questa dichiarazione segnala una divergenza strategica che privilegia la sicurezza nazionale e il controllo territoriale, complicando ulteriormente le vie diplomatiche internazionali per una soluzione del conflitto.
Energia, il pendolo geopolitico
I mercati petroliferi globali confermano la loro sensibilità alle decisioni politiche. Mentre un irrigidimento del blocco statunitense sulle petroliere venezuelane ha recentemente influenzato i prezzi del greggio, la Libia si sta riaffermando come un polo d’attrazione per gli investimenti. Nonostante i rischi politici, le vaste riserve del paese e le riforme favorevoli agli investitori stanno richiamando le principali compagnie energetiche mondiali. Si delinea un chiaro contrasto tra l’impatto restrittivo delle sanzioni e il potenziale liberatorio delle riforme di mercato nel determinare i flussi globali di capitale ed energia.
Metalli, il prezzo della scarsità
La corsa ai metalli critici si intensifica, con il rame che ha superato la soglia record di $12.000 per tonnellata. A trainare il rally sono i timori per possibili nuovi dazi doganali e una crescente scarsità dell’offerta. Questo scenario, a mio parere, non riflette solo una dinamica di domanda e offerta, ma illustra come le politiche commerciali protezionistiche possano distorcere i mercati. L’aumento dei costi rappresenta un segnale preoccupante per la stabilità delle catene di approvvigionamento globali, essenziali per l’innovazione e l’industria.
Nuovi equilibri si delineano sullo scacchiere globale: vi aspetto alla prossima edizione di The Gist per continuare a leggerli insieme.
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The European Perspective
Svezia: il lato oscuro del welfare
La crisi dei rifugiati del 2015 ha svelato le profonde crepe del tanto decantato modello svedese, trasformando l’accoglienza in un business lucrativo. L’ex parlamentare socialista Jan Emanuel è l’emblema di questo sistema. La sua società è arrivata a fatturare allo Stato fino a 10.000 euro al mese per ogni minore, registrando in un solo anno una crescita dei profitti del 9.465%. Questa vicenda, a mio avviso, non è un’anomalia, ma la conseguenza logica di un approccio statalista che, esternalizzando i servizi al settore privato senza un’adeguata supervisione, ha creato un “selvaggio West”. È la dimostrazione che l’assenza di vera concorrenza e responsabilità individuale genera inefficienze e speculazioni, tradendo proprio le persone che si proponeva di aiutare.
USA: nuove ombre dal caso Epstein
Dagli Stati Uniti arrivano nuove inquietanti rivelazioni che hanno un peso geopolitico inevitabile anche per l’Europa. Il Dipartimento di Giustizia ha rilasciato circa 30.000 pagine di nuovi documenti relativi al caso Epstein. Tra questi, emerge un’email di un procuratore di New York secondo cui il Presidente Donald Trump avrebbe viaggiato sul jet privato del finanziere “molte più volte di quanto precedentemente riportato”, anche in compagnia di possibili testimoni chiave. Sebbene lo stesso Dipartimento di Giustizia avverta che alcuni documenti contengono affermazioni “non veritiere e sensazionalistiche”, questi nuovi elementi alimentano un clima di incertezza politica le cui onde lunghe raggiungono inevitabilmente le nostre sponde.
Energia e innovazione: il futuro dell’Europa
Mentre i mercati energetici mostrano la loro consueta volatilità, con il prezzo del gas al TTF di Amsterdam, il nostro indice di riferimento europeo, che si assesta sui 27,7 euro per megawattora, la vera energia per il futuro risiede altrove. Dalla Gran Bretagna arriva infatti una notizia di portata storica: alcuni scienziati sono riusciti a creare in laboratorio una replica del rivestimento dell’utero umano, riuscendo a impiantarvi con successo embrioni in fase iniziale. Questa svolta scientifica apre prospettive rivoluzionarie per comprendere le fasi iniziali della gravidanza e combattere problemi come l’infertilità. È un potente promemoria di come l’ingegno umano e l’innovazione, più delle fluttuazioni dei mercati, siano il vero motore del progresso.
Gli sviluppi di queste storie e molto altro, nella prossima edizione di The Gist.
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The Data Point
Felicia Kingsley si conferma l’autrice più letta d’Italia nel 2025.
Con i suoi 13 romanzi, ha raggiunto 880 mila copie vendute tra formati cartacei ed ebook, dominando ancora una volta le classifiche editoriali.
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The Editor’s Listenings
This Is Lorelei – I’m All Fucked Up (2024)
Un inno orecchiabile e lo-fi che cattura l’angoscia esistenziale con un’energia irresistibilmente goffa.
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