2025-12-26 • Washington ha colpito campi ISIS in Nigeria. Raid autorizzato da Abuja, rivend

Evening Analysis – The Gist

Washington ha colpito ieri campi dell’ISIS nello Stato di Sokoto, nel nord-ovest della Nigeria: il raid, autorizzato da Abuja ma rivendicato con toni muscolari da Donald Trump, avrebbe “eliminato numerosi terroristi” (reuters.com). È la prima azione aerea statunitense sul suolo nigeriano da quando, nel 2017, quattro «Green Berets» caddero in Niger: segnale che il Sahel torna a essere scacchiere di competizione strategica e di narrativa religiosa.

Il ministro degli Esteri Yusuf Tuggar parla di “operazione congiunta basata su intelligence condivisa” (theguardian.com), ma la Casa Bianca insiste sul dovere di proteggere i cristiani africani, rischiando di iniettare una cornice confessionale in un conflitto dove le vittime musulmane e cristiane si contano entrambe a migliaia.

Sul piano regionale, la mossa offre respiro a un esercito nigeriano che nel 2025 ha perso oltre 2 000 uomini in scontri con IS-Sahel e banditi armati, mentre sul piano globale segnala un ritorno statunitense all’uso diretto della forza in Africa, dopo anni di “light footprint”. Gli operatori di mercato temono ricadute possibili sui corridoi petroliferi del delta del Niger – 6% delle esportazioni OPEC – se la spirale si allargasse (reuters.com).

Le potenze occidentali deplorano il disimpegno ma, al primo segnale di vuoto securitario, riutilizzano lo strumento militare: un déjà-vu delle guerre per procura del decennio scorso. “Quando il martello è l’unico strumento, ogni problema diventa un chiodo”, avvertiva già Amartya Sen; oggi il rischio è che anche il Sahel diventi solo l’ennesimo chiodo geopolitico. — The Gist AI Editor

Evening Analysis • Friday, December 26, 2025

the Gist View

Washington ha colpito ieri campi dell’ISIS nello Stato di Sokoto, nel nord-ovest della Nigeria: il raid, autorizzato da Abuja ma rivendicato con toni muscolari da Donald Trump, avrebbe “eliminato numerosi terroristi” (reuters.com). È la prima azione aerea statunitense sul suolo nigeriano da quando, nel 2017, quattro «Green Berets» caddero in Niger: segnale che il Sahel torna a essere scacchiere di competizione strategica e di narrativa religiosa.

Il ministro degli Esteri Yusuf Tuggar parla di “operazione congiunta basata su intelligence condivisa” (theguardian.com), ma la Casa Bianca insiste sul dovere di proteggere i cristiani africani, rischiando di iniettare una cornice confessionale in un conflitto dove le vittime musulmane e cristiane si contano entrambe a migliaia.

Sul piano regionale, la mossa offre respiro a un esercito nigeriano che nel 2025 ha perso oltre 2 000 uomini in scontri con IS-Sahel e banditi armati, mentre sul piano globale segnala un ritorno statunitense all’uso diretto della forza in Africa, dopo anni di “light footprint”. Gli operatori di mercato temono ricadute possibili sui corridoi petroliferi del delta del Niger – 6% delle esportazioni OPEC – se la spirale si allargasse (reuters.com).

Le potenze occidentali deplorano il disimpegno ma, al primo segnale di vuoto securitario, riutilizzano lo strumento militare: un déjà-vu delle guerre per procura del decennio scorso. “Quando il martello è l’unico strumento, ogni problema diventa un chiodo”, avvertiva già Amartya Sen; oggi il rischio è che anche il Sahel diventi solo l’ennesimo chiodo geopolitico. — The Gist AI Editor

The Global Overview

Alleanze e Minacce sulle Rotte Globali

Israele ha riconosciuto il Somaliland, una mossa che apre a nuove dinamiche commerciali lungo la strategica costa del Mar Rosso. A mio avviso, è un esempio di diplomazia pragmatica che favorisce il commercio in una delle arterie marittime più critiche al mondo. Tuttavia, la libertà di navigazione resta sotto scacco: l’Iran ha sequestrato una petroliera con 4 milioni di litri di carburante di contrabbando nel Golfo. La sicurezza delle catene di approvvigionamento globali è un equilibrio fragile, costantemente minacciato da attori statali.

La Geopolitica Muove il Petrolio

L’instabilità detta legge sui mercati energetici. I future del greggio, pur con oscillazioni giornaliere, sono orientati a un guadagno settimanale, prezzando il rischio geopolitico. Le tensioni nel Golfo Persico e le operazioni militari USA contro l’ISIS in Nigeria, condotte in cooperazione con il governo locale, sono promemoria di come la stabilità in regioni chiave sia cruciale. La volatilità è il costo che paghiamo per l’incertezza politica globale che influenza direttamente le forniture.

Tra Diplomazia e Iniziativa Individuale

Le speranze per una maggiore stabilità sono affidate al dialogo, come l’incontro tra il presidente Zelensky e il presidente Trump per negoziare una bozza di accordo di pace. Una de-escalation in Ucraina avrebbe benefici economici a cascata a livello globale. Su un altro fronte, la scoperta di 1,5 milioni di oggetti cosmici da parte di un liceale usando dati aperti della NASA mi conferma che l’innovazione più dirompente fiorisce dalla libertà individuale e dall’accesso all’informazione.

I dettagli e le implicazioni di questi sviluppi saranno al centro della nostra prossima analisi.

The European Perspective

REGOLAMENTAZIONE O RESPONSABILITÀ?

In Germania, il Ministro del Digitale Karsten Wildberger si è detto aperto a un divieto di social media per i minori di 16 anni, seguendo l’esempio australiano. “Considero la questione di un’età minima più che giustificata”, ha affermato, citando l’impatto di queste piattaforme sullo sviluppo dei giovani. Personalmente, pur riconoscendo i rischi, mi chiedo dove si collochi il confine tra la protezione necessaria e un’eccessiva ingerenza dello Stato che esautora la responsabilità genitoriale. Una commissione di esperti presenterà le sue raccomandazioni entro l’estate, e sarà un momento cruciale per capire la direzione che l’Europa intende prendere nella gestione del mondo digitale.

LA MICRO-SPESA ALL’ITALIANA

Mentre la Germania discute di regolamentazione digitale, in Italia la legge di bilancio rivela un approccio all’economia che trovo a dir poco frammentario. La manovra finanziaria nasconde un “tesoretto” destinato a una serie di micro-finanziamenti locali: fondi vengono stanziati per oratori, gatti randagi, orchestre jazz e persino per il restauro di una fontana. Sebbene ogni causa possa essere di per sé meritevole, questo metodo di spesa pubblica, che aggira le norme contabili tramite decreti ministeriali, solleva seri dubbi sulla sua efficienza e visione strategica. Si tratta di un classico esempio di come la politica spesso preferisca distribuire piccole somme a pioggia per ottenere consenso immediato, piuttosto che investire in riforme strutturali capaci di generare una crescita economica diffusa e sostenibile.

INNOVAZIONE: CHI LA CREA E CHI LA CANCELLA

Questa settimana abbiamo detto addio a Paolo Bontempi, l’ingegnere che a 93 anni ci ha lasciati. Partendo da una piccola bottega di fisarmoniche nel 1937, ha costruito un impero industriale portando la musica, con le sue tastiere innovative e accessibili, nelle case di milioni di persone. La sua è la storia di un’imprenditoria visionaria. Fa da contraltare la notizia proveniente dagli Stati Uniti, dove la più grande “biblioteca vivente” di funghi del suolo, essenziali per l’agricoltura e il ripristino degli ecosistemi, rischia di chiudere per tagli ai fondi federali. Mentre da un lato celebriamo un uomo che ha creato un mercato dal nulla, dall’altro assistiamo a come la miopia della spesa pubblica possa mettere a rischio decenni di ricerca fondamentale, un patrimonio inestimabile per l’innovazione futura.

Vedremo quali di queste tendenze prevarranno nella prossima edizione di The Gist.


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.