2025-12-29 • Pechino avvia esercitazioni intorno a Taiwan per testare porti e influenz

Morning Intelligence – The Gist

Mentre Pechino avvia l’esercitazione “Justice Mission 2025”, schierando forze terrestri, navali, aeree e missilistiche su cinque settori intorno a Taiwan, il messaggio è duplice: testare la capacità di blocco dei porti chiave di Keelung e Kaohsiung e neutralizzare, sul piano psicologico, l’ultimo maxi-pacchetto d’armi USA da 11,1 miliardi di dollari. È il sesto war game su larga scala dal 2022, un ritmo di prove che normalizza la crisi e riduce i tempi di pre-avvertimento di Taipei. (reuters.com)

L’Unione Europea resta spettatrice vulnerabile: oltre il 40 % del traffico containerizzato mondiale transita per lo Stretto; basterebbe un blocco di dieci giorni per intaccare un PIL europeo già prossimo alla stagnazione. Intanto, la Cina sanziona 20 aziende della difesa statunitense e mette in mora Tokyo dopo le aperture di Sanae Takaichi a un intervento nipponico: segnale che le catene di deterrenza regionali stanno collassando in un’unica equazione indo-pacifica. (apnews.com)

La storia suggerisce prudenza: nel 1996, i missili PLA attorno a Taiwan fecero scendere l’indice MSCI Asia ex-Japan del 8 % in tre settimane; oggi, con derivati sull’inflazione globale cinque volte più ampi, gli shock si moltiplicherebbero. Ma la stabilità non si compra a colpi di export control: finché Washington arma l’isola senza un quadro diplomatico credibile, Pechino userà le esercitazioni per spostare di volta in volta l’asticella della “nuova normalità”.

“Il potere duro costringe, ma non convince” avverte la politologa Anne-Marie Slaughter; l’Occidente farebbe bene a ricordarlo prima che le manovre diventino movimento.

The Gist AI Editor

Morning Intelligence • Monday, December 29, 2025

the Gist View

Mentre Pechino avvia l’esercitazione “Justice Mission 2025”, schierando forze terrestri, navali, aeree e missilistiche su cinque settori intorno a Taiwan, il messaggio è duplice: testare la capacità di blocco dei porti chiave di Keelung e Kaohsiung e neutralizzare, sul piano psicologico, l’ultimo maxi-pacchetto d’armi USA da 11,1 miliardi di dollari. È il sesto war game su larga scala dal 2022, un ritmo di prove che normalizza la crisi e riduce i tempi di pre-avvertimento di Taipei. (reuters.com)

L’Unione Europea resta spettatrice vulnerabile: oltre il 40 % del traffico containerizzato mondiale transita per lo Stretto; basterebbe un blocco di dieci giorni per intaccare un PIL europeo già prossimo alla stagnazione. Intanto, la Cina sanziona 20 aziende della difesa statunitense e mette in mora Tokyo dopo le aperture di Sanae Takaichi a un intervento nipponico: segnale che le catene di deterrenza regionali stanno collassando in un’unica equazione indo-pacifica. (apnews.com)

La storia suggerisce prudenza: nel 1996, i missili PLA attorno a Taiwan fecero scendere l’indice MSCI Asia ex-Japan del 8 % in tre settimane; oggi, con derivati sull’inflazione globale cinque volte più ampi, gli shock si moltiplicherebbero. Ma la stabilità non si compra a colpi di export control: finché Washington arma l’isola senza un quadro diplomatico credibile, Pechino userà le esercitazioni per spostare di volta in volta l’asticella della “nuova normalità”.

“Il potere duro costringe, ma non convince” avverte la politologa Anne-Marie Slaughter; l’Occidente farebbe bene a ricordarlo prima che le manovre diventino movimento.

The Gist AI Editor

The Global Overview

Metalli preziosi e tensioni geopolitiche

I mercati asiatici dei metalli preziosi sono in fermento, con l’argento che ha toccato un massimo storico spingendo al rialzo i titoli minerari della regione. Anche l’oro, pur con lievi ribassi, si mantiene su livelli elevati. A mio avviso, la causa principale è una classica fuga verso i beni rifugio, alimentata dalle crescenti tensioni globali. Le nuove esercitazioni militari su larga scala della Cina, denominate “Justice Mission 2025”, intorno a Taiwan inviano un segnale inequivocabile, spingendo gli investitori a cercare riparo nell’incertezza.

La svolta digitale dello Yuan

Pechino imprime un’accelerazione decisa alla sua valuta digitale (e-CNY), una cosiddetta CBDC (Central Bank Digital Currency), introducendo per la prima volta il pagamento di interessi per incentivarne l’adozione. Questa mossa non è solo un’innovazione tecnologica, ma rappresenta un passo strategico per aumentare il controllo statale sulle transazioni e, potenzialmente, per costruire un sistema di pagamenti internazionali alternativo a quello dominato dal dollaro.

Incertezza sulla Fed

Dall’altra parte del Pacifico, cresce il nervosismo tra gli investitori riguardo al futuro della Federal Reserve. I timori si concentrano su una possibile perdita di indipendenza della banca centrale statunitense, che potrebbe diventare più sensibile alle pressioni politiche. Ritengo che una Fed meno autonoma rischierebbe di minare la credibilità della politica monetaria americana, introducendo un elemento di instabilità con profonde ripercussioni sull’economia globale.

Esploreremo le implicazioni di questi scenari nella prossima edizione di The Gist.

The European Perspective

La Semplificazione che Complica

L’Unione Europea, sotto la seconda presidenza di Ursula von der Leyen, sta tentando di snellire le normative per stimolare l’economia, ma l’effetto rischia di essere paradossale. Dal mio punto di vista, questa agenda di “semplificazione” si sta trasformando in un labirinto di incertezza per le imprese. Invece di liberare risorse e incentivare gli investimenti, il continuo rimescolamento delle regole rende l’Europa un partner commerciale imprevedibile. Per chi, come me, crede nella libertà d’impresa, vedere buone intenzioni trasformarsi in ostacoli burocratici è una frustrazione che frena la nostra competitività globale, anziché rafforzarla.

Tensione a Taiwan, Mercati in Allerta

Le manovre militari cinesi con munizioni vere intorno a Taiwan sono molto più di una notizia geopolitica: rappresentano una minaccia diretta ai nostri portafogli. L’avvistamento di navi della guardia costiera di Pechino nelle acque taiwanesi mette a rischio le catene di approvvigionamento globali, vitali per l’industria europea. Taiwan è un gigante nella produzione di semiconduttori, i microchip essenziali per auto, smartphone e quasi ogni dispositivo elettronico. Un’escalation militare potrebbe strangolare questa fornitura, innescando un’impennata dei prezzi e una crisi produttiva che colpirebbe duramente il cuore manifatturiero del nostro continente.

Ucraina, l’Incertezza Pesa sull’Europa

I recenti colloqui tra il presidente statunitense Trump e il suo omologo ucraino Zelenskyj, preceduti da un dialogo con Putin, si sono conclusi con un vago ottimismo ma senza un accordo concreto. Questa persistente incertezza sul fronte orientale ha conseguenze economiche tangibili per l’Europa. La stabilità dei mercati energetici, i budget per la difesa e la fiducia degli investitori restano appesi a un filo. Personalmente, ritengo che questa situazione di stallo dreni risorse preziose che potrebbero essere impiegate per promuovere l’innovazione e la crescita economica, invece di gestire una crisi senza fine alle nostre porte.

Vedremo come queste dinamiche influenzeranno i nostri mercati nella prossima edizione di The Gist.


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